L'IMMAGINE TACIUTA DELLE DONNE

Uno spettacolo teatrale che invita lo spettatore a soffermarsi su altre immagini di donne, che “armoniose o no, affascinanti o no, nel silenzio e all’ombra della luce, tutti i giorni si schierano nella trincea del lavoro e degli affetti familiari e si affermano senza che qualcuno si accorga davvero di loro”.

L’IMMAGINE TACIUTA DELLE DONNE

non aspettando l’8 marzo, uno spettacolo teatrale dedicato
tutte le donne che non hanno visibilità




scritto diretto e interpretato da
Luisio Luciano Badolisani
immagini fotografiche di
Guido Forino
brano musicale originale iniziale di
Roberto Cortese
realizzato con la collaborazione di
Nicoletta Calapà
Giancarla Chiarelli
Laura Pegoraro

Non c’è programma televisivo, non c’è manifesto pubblicitario, non c’è copertina di rivista, non c’è calendario dove non ci sia un’immagine di donna. Ma in genere l’immagine è sempre la stessa: giovane, bella, sexy, dalle forme perfette, glutei e seni arrotondati e gonfiati di silicone. Uno stereotipo di immagine di donna che deve piacere per forza, come se l’’avvenenza della femminilità stesse solo in quei corpi così troppo perfetti per essere veri. Un preconcetto apparentemente incontrovertibile, con il quale sia le donne sia gli uomini devono confrontarsi quotidianamente.
Ma cosa succede se un uomo si sofferma su altre immagini, quelle non delle donne in copertina? Cosa succede se avverte la presenza carismatica della femminilità in immagini che controvertono quel preconcetto?
Donne che sembrano uomini, dalla pelle bruciata dalla fatica e la bocca semiaperta per ricordarsi di un sorriso. Donne dall’età incerta. Donne dalla sessualità negata. Donne indefinite.Donne che appartengono a un mondo ancora così aspro, provato dalla fatica e dalla fame. Un mondo a sud o terzo, soffocato di povertà, un mondo nel mondo fermatosi in tempi di altre civiltà. Straziato e sfruttato dalle colonizzazioni che l’hanno lasciato a mendicare un’identità politica e culturale, uno sviluppo economico e sociale.
In quel mondo si trovano donne orgogliose e provate che non possono concedersi nulla che non sia già stato stabilito per loro.
Quelle donne non guardano i passi, ma annusano l’odore di chi si avvicina accettando il loro destino, e non ci sarà nessuno che le avrà veramente. Perché nessun uomo sarà capace di appropriarsi del loro segreto.Ma anche nel mondo in cui vive quell’uomo, fatto di veline alla televisione e di sorrisi innaturali, ma smaglianti c’è il profilo magico di…altre donne, che armoniose o no, affascinanti o no, nel silenzio e all’ombra della luce, tutti i giorni si schierano nella trincea del lavoro e degli affetti familiari e si affermano senza che qualcuno si accorga davvero di loro.Succede, allora, che quell’uomo avrà capito che l’essere donna racchiude un universo inesprimibile in preconcetti, in simboli e che la fisionomia della femminilità non è disegnata dalle mode, dalle fabbriche di cosmetici e di reggiseni, ma da un sapore ancestrale di orgoglio e dignità, di seduzione e maternità, di comprensione e giustizia, di ragionevolezza e solidarietà, di fermezza e dolcezza che traspare anche da semplici labbra sbucciate dalla siccità e da occhi di luce e buio.Succede che nell’altra immagine taciuta delle donne quell’uomo avrà baciato il sospiro di una vita pura.
Lo stile e i linguaggi dello spettacolo

Stilisticamente lo spettacolo si articola su più linguaggi e piani emozionali diversi.
C’è la prosa, con il suo linguaggio di parole poetiche che l’attore nel ruolo di un fotoreporter nel chiuso di un viaggio mentale riflessivo, esprime la sua gratitudine di aver baciato il sospiro di una vita pura attraverso l’immagine taciuta di tante donne, che nel sud del mondo o in quello occidentale affermano la propria femminilità e sostanza dell’essere attraverso il silenzio e la sopportazione. E’ un viaggio apparentemente chiuso, il volto dell’uomo all’inizio è vuoto e inespressivo e suoi colori sono quelli del nero, indossa un lungo spolverino di pelle nera, un cappello di panno nero, scrive ancora con una vecchia macchina da scrivere e ovunque attorno a lui ci sono fogli di appunti, fotografie, macchine fotografiche e rullini sciolti. Una vita dedicata a immortalare immagini, in tutte le parti del mondo. E le immagini saranno le sue ossessioni: le confronterà, le abbraccerà e nell’incontro di occhi lontani al femminile capirà tante cose, allora potrà indossare un cappello bianco, abbandonare lo spolverino nero e allontanarsi nell’estasi di aver afferrato il pensiero e aver capito dove sta veramente la donna. Quella vera, quella che manca a un uomo, quando un uomo si è deciso a comprenderla a rispettarla e ad amarla oltre lo scorcio patinato di un sorriso indifferente, ma smagliante. Oltre il meccanismo che induce a far passare il concetto che l’essere donna è la semplificazione delle immagini di veline e soubrette.
Lo strappo del foglio dalla macchina da scrivere che l’attore sfila via nell’ultima scena, è lo strappo che l’uomo fa alla sua dignità per aver compreso così poco per un tempo assai lungo. Quante immagini scattate e taciute. Quanti occhi di donna hanno sfilato il loro silenzio dal cuore che gli uomini non hanno saputo ascoltare. Eppure, le donne offrono sempre un’altra opportunità e questa volta, almeno questo uomo, vuole saperla cogliere.
Ci sono le immagini fotografiche , proiettate sul grande schermo tanti ritratti di donne di ogni parte del mondo: Perù, India, Vietnam, Filippine, Africa, Centro e Sud America, Europa ecc. Una miriade di occhi e volti di donne di tutte le età. Fotografie originali, mai pubblicate. Un libro aperto di una narrazione ancora tutta da scrivere, dove le donne esprimono con autenticità quello che sono senza fronzoli e anche se potrebbe sembrare che in alcuni volti la femminilità sia solo più un ricordo, soffermando un istante lo sguardo a soppesare il silenzio sfilato via dal cuore, l’universo donna ammalia e lascia sospeso in un vuoto infinito il desiderio di perdersi all’interno. Tutto di loro, nonostante spesso gli uomini non se lo meritano, dice “io ti accolgo”.
E’ l’abbraccio, il sodalizio di un’intesa che potrebbe essere unica e magica se non fosse schiacciata e annullata dalla troppa stupida superficialità a cui il maschio per pigrizia e sopraffazione ama crogiolarsi.
La donna nel 2007 nonostante l’emancipazione, le pari opportunità fa fatica ad andare oltre quel margine dove la sua immagine è preferibilmente e volutamente taciuta. 





























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